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un’industria nucleare nazionale. I reattori “termici” di potenza erano già in commercio. Persino la
Francia abbandonò questo settore puntando tutto sui reattori “veloci”. La cosa buona per noi fu che
il Comitato per l’Energia Atomica (CEA) francese ci agganciò su questo programma, ma
chiaramente da un punto di forza per Lei eccezionale in quanto leader mondiale su questa
tecnologia. Il CEA possedeva l’industria del riprocessamento dei combustibili nucleari per la
separazione chimica del plutonio utile “anche” al loro sistema militare, e possedeva due gioielli di
reattori veloci come il Rapsodie (analogo all’ EBR-II di figura 2) e soprattutto il reattore
dimostrativo Phenix (Figura 5, che negli USA doveva essere l’equivalente dell’EBR-III mai
costruito).
5 – Compatibilità materiali col sodio liquido
La ricerca sui reattori veloci iniziata negli USA si era allargata a livello internazionale con la
speranza di arrivare a poter realizzare reattori di potenza validati sul piano economico per crearne
una filiera da inserire nelle reti commerciali. L’EBR-II in USA funzionava egregiamente, ma anche
in Inghilterra, Russia e Francia operavano reattori “veloci” sperimentali. La Francia tuttavia
marcava un deciso predominio e fu la prima ad imboccare la fase dimostrativa. Dal 1974 prototipo
“demo” di grande potenza (PHENIX da 500 MW, Figura 5) iniziò a fornire energia elettrica alla
rete utilizzando materiali e componenti per il definitivo reattore commerciale SUPERPHENIX da
2000 MW. L’Italia creò un’apposita agenzia, la NIRA, che con ENEA-ENEL-Ansaldo Nucleare si
inserì nel programma francese per una quota del 30%. La struttura della nostra divisione chimica
cambiò incorporando i laboratori ceramico-metallurgici da indirizzare allo sviluppo di materiali
nazionali per i reattori veloci, specie per i componenti ancora critici come gli scambiatori di calore
sodio-vapore. Il nostro direttore Giancarlo Scibona riuscì ad organizzare un programma di ricerca
sui materiali per questi generatori di vapore (coinvolgendo FIAT nucleare ed il Centro Sperimentale
Metallurgico - CSM) in collaborazione con il CEA francese, con laboratori nei centri di Saclay e
Cadarache. Da questo accordo scaturì la proposta di uno mio “stage” a Cadarache: “fiche d’action:
Corrosion in Sodium”.
Aix en Provence. Corso Mirabeau e fontana sulla rotonda. Barca dell’Ass. Sport. CEA-Cadarache
Partii e mi installai ad Aix en Provence (la città più vicina al centro nucleare di Cadarache) per più
di un anno. Anche Gianni Bruni e Giovanni D’Alessandro, due tecnici del mio laboratorio, erano
aggregati per fare esperienza diretta sulla chimica del sodio liquido. Questo metallo allo stato fuso è
l’unico ad avere caratteristiche termo-fluodinamiche per essere pompato ad alta velocità attraverso
il piccolo nocciolo dei reattori veloci per estrarne il calore prodotto ad alta potenza dalla fissione del
plutonio. Ma il sodio fuso a contatto con aria brucia, a contatto con acqua reagisce bruciando e